Descrizione
Il volume raccoglie i manga e i graphic novel finalisti del concorso per esordienti “Fede no Gi” (prima edizione, 2020/2021): “The Immortals” di Echo (nome d’arte della catanese Maria Stella Gennaro, vincitrice del contest), “La Matassa Nera” di Flavio Piccione, “La Nuova Atlantide” di Sir Nobody (Prasham Salarin), “Nokori” di DGR (Noemi Mezzasalma) e “Yin e Yang” di Simone Gagliano. Il concorso è stato organizzato da Abulafia APS con il gratuito patrocinio del Comune di Ragusa per ricordare il giovanissimo Federico Blangiforti, grandissimo appassionato di fumetti, scomparso nel novembre del 2019.
[Dal volume]
“In questa raccolta troverete cinque tra tanti ragazzi che proprio non ci sono riusciti a starsene rintanati nel limbo in cui ce li si immagina. Nemmeno per idea. Cinque ragazzi con a disposizione venti tavole ciascuno per portare il loro mondo in collisione con il nostro, non semplicemente con uno stile graffiante o dei baloon fatti come si deve. Il fumetto è un rapimento vero e proprio: la condizione fondamentale per la sua riuscita è la determinazione a portare qualcuno in un posto ben specifico. In cento pagine sarete sequestrati cinque volte.
Il microcosmo fantasy di Echo forse parlerà alla nostra umanità, così spesso divisa, più di quanto un linguaggio realista potrebbe fare, mentre i contrasti noir di Piccione, con la lotta per il predominio tra toni bianchi e neri, incarneranno a tutti gli effetti i due schieramenti di una accesissima battaglia interiore: quella per la mancanza di qualcuno.
La nostalgica distopia di Sir Nobody prenderà a piene mani da tradizioni diverse, da Verne a Hokusai, per mostrare come le quattro pareti di una camera d’ospedale non possano trattenere il cuore di chi sogna. I linguaggi fedeli alla cultura del manga dei lavori di DGR e di Simone Gagliano, ci faranno affrontare due tra le più grandi forze che operano nella vita di ciascun uomo: la paura della morte, che forse è solo una vita che conosciamo troppo poco, e il valore di un amico, persino quando questo sembra aver voltato le spalle a ciò che aveva di più caro.
In cinque modi diversi viene fuori lo stesso bisogno: la fame. Di amore, di bellezza, di giustizia. Fame di ciò che non abbiamo ancora o che non c’è più. Ma fame resta. E senza di questa nulla di tutto ciò che di bello è stato fatto nel mondo avrebbe visto la luce. Grazie ragazzi, per non essere riusciti a nascondere questa fame. Grazie per averla resa un po’ nostra”.
Giovanni Tamburino